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mercoledì 4 dicembre 2013

8 DICEMBRE - GIORNATA DEL SEMINARIO


Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti

MESSAGGIO

per la Giornata del Seminario

8 dicembre 2013


         Carissimi fratelli e sorelle,
a conclusione della solenne concelebrazione della mia ordinazione episcopale promisi di passare, come Gesù lungo le rive del Mar di Galilea, per seminare o scoprire nel cuore di giovani e ragazzi i germi della vocazione.
In questi sedici anni di cammino tra voi e con voi ho incontrato ragazzi meravigliosi, giovani dagli occhi profondi, generosamente impegnati per gli altri; ho conosciuto famiglie unite, spiritualmente vive e pastoralmente attive; ho seguito con paterna attenzione il lavoro degli educatori del Seminario e di alcuni laici nella cura di gruppi vocazionali (Davide, Ester, Samuel, Miriam).

Aver potuto ridare alla Diocesi un Seminario rispondente ai bisogni dei ragazzi di oggi, è per tutti motivo di grande gioia, perché esso permette di allargare l’azione educativa e vocazionale all’esterno, con attività formative, momenti di preghiera, manifestazioni sportive e culturali.
In sedici anni di servizio pastorale in questa Diocesi, il Signore mi ha dato la gioia di ordinare diciannove sacerdoti diocesani e una decina di religiosi. Al Seminario Teologico di Molfetta ci sono nove seminaristi diocesani e due nell’anno propedeutico alla Teologia. Nel Seminario di Gravina ci sono cinque seminaristi, che frequentano le scuole superiori. La Diocesi, per sostenere il Seminario Diocesano e il Seminario di Molfetta, impegna circa centomila euro l’anno.

Tutti i sacrifici economici, l’impegno di sacerdoti, religiose, volontari sono il sudore che la Diocesi deve versare per rispondere all’assillo del Cuore di Cristo: “La messa è molta, ma gli operai sono pochi”Gli operai sono pochi nella nostra Diocesi; sono ancora più pochi per il mondo intero.

La soluzione al problema, Gesù l’ha data: “Pregate il padrone della messe, perché mandi operai nella Sua messe”; cioè: abbiate la stessa sollecitudine del mio cuore; chiedete al Padre di diventare sensibili al problema, di sentire la responsabilità di non far perdere la messe.

Questo significa che la fioritura di vocazioni dipende da genitori che, con l’esempio e la parola educano i figli alla fede e alla vita cristiana; dai sacerdoti che, con la gioia e la coerenza con cui vivono il loro sacerdozio, devono proporsi silenziosamente come modelli di vita; dagli educatori e dai catechisti, che devono aiutare i ragazzi a scoprire il progetto di Dio sulla loro vita; dalle Comunità parrocchiali e dalle associazioni ecclesiali, che devono sviluppare nei ragazzi e nei giovani il senso della Chiesa e lo Spirito missionario.

Sono certo che Papa Francesco, con la sua fede semplice; con la sua gioia, con la sua vicinanza ai piccoli, ai poveri, agli ultimi; con la forza con cui tocca i cuori e invita a volgere lo sguardo a Dio misericordioso, è per le generazioni del nostro tempo, modello convincente di come è bello vivere la vita, facendone un dono gioioso a Cristo e al mondo.

Su tutti coloro che credono nella causa delle vocazioni e, in qualunque modo, si impegnano a farle nascere, crescere, e a curarle con amore, scendano la mia gratitudine e la mia benedizione.

Dal Palazzo Vescovile, 24 novembre 2013 - Solennità di Cristo Re


† Mario Paciello
Amministratore Apostolico

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